Secondo il Food Waste Index Report 2021 del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e dell’organizzazione britannica WRAP che si occupa di spreco alimentare, in un anno siamo soliti buttare nella spazzatura almeno 920 milioni di tonnellate di cibo. Per questo, uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 è proprio quello di dimezzare lo spreco del cibo in generale e di riutilizzare anche gli alimenti non più commestibili.
Proprio a questo proposito non possiamo non parlarti del vermi-compostaggio, il processo che sta alla base della produzione del prezioso humus di lombrico, e del compostaggio domestico tradizionale. Questi due metodi, infatti, si propongono di riutilizzare gli scarti alimentari per nutrire piante e colture, seppur in modi differenti. Vediamo quindi in che cosa consistono queste pratiche e quale delle due è meglio scegliere.
Compostaggio e vermi-compostaggio: due metodi a confronto
Iniziamo con il dire che vermi-compost e compost, per quanto possano apparire molto simili, in realtà differiscono per:
- caratteristiche della materia
- processo di produzione
- popolazioni microbiche coinvolte
- tempistiche di decomposizione.
Caratteristiche della materia
Avrai ben capito che sia il compost sia il vermi-compost sono il frutto di un lavoro di decomposizione della materia. La differenza sostanziale sta nel fatto che il vermi-compost è il prodotto di questo processo effettuato dalla digestione dei lombrichi. Possiamo dire quindi che ciò che ne viene fuori è letame di lombrico (in sostanza, l’humus), prezioso per le coltivazioni e non solo.
Processo di produzione
Entrambi i prodotti possono essere ricavati dall’uso di una compostiera domestica. Al suo interno, però, i processi di produzione saranno ben diversi.
Il compost durante la decomposizione aerobica della materia organica emette anidride carbonica e calore. Per questo nei cumuli di scarti la temperatura può raggiungere, se non addirittura superare, anche i 65°C.
Il vermi-compost, invece, non prevede un calore così elevato, anche perché i lombrichi non riuscirebbero di certo a sopravvivere. Questo metodo richiede una temperatura più bassa che può variare da un minimo di 10°C a un massimo di 30°C. Con le basse temperature, infatti, sappiamo che il lombrico cesserà la sua attività di produzione.
Popolazioni microbiche coinvolte
Viste le temperature differenti tra compost e vermi-compost, anche i microbi e i batteri coinvolti nella fase di decomposizione sono differenti. Nel compost troveremo microbi termofili, ovvero che riescono a sopravvivere anche alle alte temperature. Questi hanno bisogno di ossigeno per avviare il processo di decomposizione ed evitare invece quello indesiderato di putrefazione e fermentazione.
Nel vermi-compost invece si attivano i microbi mesofili che preferiscono temperature più basse per poter proliferare e decomporre la materia che verrà poi digerita e ancora più filtrata dall’apparato digerente dei lombrichi.
Tempistiche di decomposizione
Parlando di tempistiche, infine, per poter ottenere un prodotto finito dal compostaggio dovrai aspettare da alcune settimane a diversi mesi a seconda del materiale organico in questione.
Il vermi-compostaggio, invece, impiegherà più tempo in quanto deve attenersi ai tempi dei lombrichi. La durata necessaria può variare in base a fattori quali umidità, temperatura, altitudine e materiale organico usato. In ogni caso devono passare almeno 4 mesi prima di poterti dare del buon concime, completamente decomposto e ricco di nutrienti, per poter alimentare piante e colture.
Arrivati a questo punto potresti chiederti quale sia allora la scelta migliore tra compost e vermi-compost. In realtà si ritiene che il vermi-compost sia molto più ricco di nutrienti e benefici per le piante e per il suolo rispetto al tradizionale compost. Tuttavia, optare per questo metodo, seppur più efficace, significa dover aspettare di più per ottenere un prodotto finito e dover prendersi cura dei lombrichi (che richiedono una certa temperatura e umidità) e della loro alimentazione.
Riciclare i rifiuti per aiutare l’ambiente
Nonostante siano due metodi un po’ diversi, ciò che è certo è che entrambi danno una grande mano d’aiuto all’ambiente. Riciclare i rifiuti organici rimettendoli in natura, infatti, in ogni caso contribuisce a ridurre non solo gli sprechi di cibo, ma anche il numero di rifiuti urbani finiti in discarica.
Secondo una stima del Natural Resources Defense Council, praticare il compostaggio a San Francisco avrebbe portato a una riduzione pari a 90.000 tonnellate di anidride carbonica l’anno, l’equivalente delle emissioni prodotte da circa 20.000 veicoli.
L’unico dubbio che si potrebbe avere sul compostare i rifiuti organici potrebbe essere legato all’odore che deriva dal cibo in decomposizione, ma praticando il vermi-compostaggio questo rischio è praticamente pari a zero. Come ormai avrai ben capito, infatti, questa pratica è davvero semplice da gestire e non comporta né cattivo odore né l’aspetto disgustoso che si potrebbe pensare.Se anche tu vuoi quindi fare qualcosa nel tuo piccolo per ridurre le emissioni e salvaguardare l’ambiente, la via del vermi-compost potrebbe essere quella giusta da imboccare. Tra l’altro, così facendo potrai anche godere dei benefici dell’humus di lombrico!